Conte riconosce a Giorgia Meloni dei “passetti avanti”: ma attacca Chiara Colosimo e la Commissione Antimafia.
Durante la conferenza stampa indetta dal M5S con Roberto Scarpinato e Cafiero De Raho, il leader Giuseppe Conte ha presentato una contro-relazione che contesta le recenti audizioni sulla strage di via D’Amelio. Nonostante le dure accuse rivolte alla maggioranza di centrodestra, anche sul fronte del referendum, l’ex premier ha anche riconosciuto che Giorgia Meloni avrebbe compiuto dei “passetti avanti“. Ecco cosa ha detto.

Le accuse contro la Commissione Antimafia
“Tutti i segni della strategia della tensione, quindi della matrice neofascista di queste stragi, non rimettono a un passato lontano, ma a personaggi che ancora oggi sono viventi, sono amici, con cui la presidente Colosimo si è fatta una foto”, ha detto. Riferendosi all’immagine che ritrae Chiara Colosimo insieme a Luigi Ciavardini, condannato per la strage di Bologna.
Giuseppe Conte contestato il ruolo della Presidente della Commissione parlamentare antimafia, descrivendola come figura centrale di una gestione politicizzata. “La presidente Colosimo ha dimostrato di essere molto abile e riesce ad adempiere in modo puntuale alla missione politica di cui è stata incaricata“, ha dichiarato.
La foto con Ciavardini, secondo l’ex premier, non sarebbe un semplice scatto. Ma il simbolo di un legame politico non ancora reciso: “La dice lunga sull’intreccio che FdI ancora oggi trova inestricabile“.
Il primo “complimento” di Conte a Giorgia Meloni
Nel suo intervento, riportato da Il Fatto Quotidiano, Giuseppe Conte ha anche riconosciuto un parziale cambio di rotta da parte della presidente del Consiglio. “Io riconosco che Meloni l’ultimo 25 aprile ha compiuto un passetto avanti. Prima venivano denunciate le leggi razziali del 1938, da ultimo si è iniziato a prendere distanza da quello che è il fascismo sul piano politico“, ha dichiarato.
Un’apertura, seppur cauta, che mostra come il leader del M5S noti segnali di distacco dal passato da parte del governo guidato da Fratelli d’Italia. Tuttavia, ha subito chiarito che questi “passetti” non bastano a sciogliere i nodi ancora irrisolti legati alla stagione della strategia della tensione.